La prima volta, arriva nelle sale il documentario sul carcere minorile del Pratello

Pubblicato il: 11/05/2017 - Ultimo aggiornamento del 11/05/2017
Categorie: Adolescenti e giovani, Arte e cultura, Benessere sociale, Contrasto alle discriminazioni, Cultura, Formazione, Governo metropolitano, Pari opportunità, Partecipazione e diritti, Scuola e formazione, Servizi sociali e salute, Sport
Gli adolescenti rinchiusi in carcere e le loro storie, con quelle degli operatori che lavorano per il loro recupero e reinserimento. Questi i protagonisti del documentario La prima volta del regista Roberto Cannavò, prodotto da Uisp Emilia-Romagna con patrocinio di Comune di Bologna e Regione Emilia-Romagna.
Sabato 13 maggio alle 18 la prima al Lumière nell’ambito del festival Human Rights Nights, “Fondamentale – afferma l’assessore alle Pari opportunità Susanna Zaccaria – il sostegno e la collaborazione, per questo progetto, da parte di tanti settori dell’amministrazione, dalla cultura allo sport, dalla formazione ai giovani. Tanti sono gli spunti proposti ed è per questo che invito tutti a una riflessione su quelle che devono essere le leve per progettare anche il futuro di questi ragazzi”.
Ayoub, Kamal, Faki e Simone sono alcuni dei detenuti del Pratello. ‘Nuovi italiani’, ragazzi la cui dispersione è conseguenza di ambienti ed esperienze complicati. “La prima volta” racconta le loro vite, il non detto sui reati, il percorso a spirale che li ha portati al primo crimine, alla reclusione, al tentativo di recupero che li vede altalenare tra modi duri, convinzioni da adulti e una profonda immaturità. Adolescenti, doppiamente sospesi tra detenzione e attesa dell’età adulta. Con loro, coprotagonisti, i nuovi riferimenti delle loro vite: il personale del carcere, gli operatori.
“La prima volta” è anche un riferimento alla prima occasione in cui la Uisp Emilia-Romagna si cimenta nella produzione di un progetto cinematografico. Una scelta dettata dal non volere accontentarsi di essere un’importante associazione del Terzo Settore e dall’urgenza di raccontare il mondo in cui si opera, mettendo a disposizione della narrazione la partecipata conoscenza della realtà trattata. È “la prima volta” anche per Roberto Cannavò – laureatosi al Dams di Bologna nel 2016, allievo e aiuto regista di Paolo “Fiore” Angelini – che fa il suo esordio alla regia.








